Surak: ritratto un artista originale


 Imbattersi nella musica dei Surak è un’esperienza profonda e inusuale.“Space Invaders” è un lavoro coraggioso e potente, rarefatto e maturo; un risultato ottenuto  da idee precise e non declinabili.Le tracce ricordano una foresta di mangrovie piena di vita,nascosta tra acqua e terra dove la luce penetra fioca e dove la bellezza va ricercata con pazienza. Fermarsi al primo ascolto è il modo migliore per perdere la semplice  complessità che i Surak propongono immettendosi tra gli interstizi non classificabili, né ambient,né colonna sonora, ma soltanto (si fa per dire) atmosfere. I Surak ci propongono una sorta di tela bianca, sulla quale toccherà a noi poter dipingere la  nostra idea.Quello dei Surak è, tra l’altro, un progetto molto recente essendo nato nel 2012 e se è vero che la musica racconta le sensazioni del tempo in cui viene composta,allora “Space Invaders” ricalca molto bene le sensazioni del nostro presente, fatto di silenzi, incertezze, rarefazione e con un orizzonte velato che ci nasconde il futuro.Le 13 tracce del lavoro di Danilo Fittipaldi & soci si muove tra psichedelia,il vasto mondo di Brian Eno,i Tortoise e tanti altri….La malinconia che ne traspare è  di certo catartica ma permette persino  all’ ascoltatore più infimo di lasciare tutto da parte e di  dedicarsi  finalmente alla contemplazione e alla ricerca cerca della bellezza come unica fonte di salvezza.                  Matteo Bellotto

Il progetto Surak nasce nel marzo 2012 per mano di Danilo Fittipaldi. Il 14 giugno esce il primo disco, totalmente autoprodotto. L’album contiene 13 pezzi e i generi principali sono l’ambient, il post-rock, lo space rock, il tutto declinato con sfumature elettroniche. Tra le influenze musicali principali si possono annoverare Brian Eno, Pink Floyd, Mogwai, Radiohead, Archive, Boards Of Canada, Air, David Sylvian, Yann Tiersen, Sigur Ros.

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